La metodologia
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Testo: Ela Franscella Il mio percorso mira a mostrare come quello che abitualmente è percepito come un deficit, una carenza, un manco, possa generare una potenza, liberare una forza, divenire un potenziale, una risorsa, un eccesso, uno slancio, un desiderio, una perfezione.
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Il lavoro segue tappe precise e si basa sulla presa di coscienza del proprio corpo e sull’ascolto di sé e del gruppo. I danzatori sono invitati ad esplorare i rapporti tra lo spazio interiore (organico ed emotivo) che li attraversa e quello esteriore che li circonda. Gli esercizi tecnici aiutano ad affinare le qualità del linguaggio del corpo quale mezzo d'espressione e ad essere nelle intenzioni più giuste. Il mio obiettivo è di favorire nei danzatori l'apparire di un movimento vivo e di un'intelligenza sensoriale, attraverso cui sperimentare un’autonomia aperta e al contempo interconnessa.
Lo sviluppo di una scrittura coreografica, grazie all'utilizzo di dispositivi specifici – lavoro con oggetti, materiali, la voce, gli spazi esterni ecc. - permette di stimolare l’esplorazione creativa e di approfondire il movimento danzato. L’esperienza sensibile, al contempo installazione e pièce coreografica in divenire, oscilla con moto perpetuo tra ciò che cerchiamo e ciò che troviamo. I gesti e i movimenti dei miei danzatori, portatori di trisomia 21, si trasformano in figure astratte e simboliche, in motivi evocatori, fonti di poesia, di humour, di vita. Le quattro fasi di questo processo - elaborazione, condensazione, estensione, adattamento - portano così alla preparazione delle creazioni sceniche della compagnia Mops_DanceSyndrome.