Lo spettacolo_All'ombra della saggezza
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All'ombra della saggezza (2010/2011, 15') incentrato sul tema dell'accidia. Che cosa è la saggezza? È stare con. Stare nel più giusto con l'Altro, con l'Essere, con il Luogo, nel giusto Luogo, quello che abitiamo e che ci abita. Stare con significa essere in un processo di adattamento, essere in movimento. La saggezza è l’arte di appoggiarsi su quello che ci arriva, su quello che è. Esiste quindi un certo gioco tra il rilasciare, l’abbandono, il riposo e la tensione. Questo accavallarsi di tensioni e contro tensioni caratterizzano il movimento. Qui, la perdita di tono, il rallentamento del dinamismo esteriore marca l’entrata in uno spazio-tempo |
interiore, vissuto, dove si mette in moto una nuova forma di animazione, un’altra forma di movimento. A partire da uno stato di contemplazione e di disponibilità al vuoto, delle attese si ripetono, favorendo l’apparire di spazi interiori inesplorati, terreni di una «presenza comune». Al contempo luogo e legame, il corpo dell’altro è quel pozzo senza fine dove si asssapora l’infinito che ci attraversa.
Il tempo e lo spazio vissuti non hanno più valore. Nello spessore di quest’attesa che si dilata, prende forma una resistenza sana, una sana saggezza. Da Paul Lafargue (Il diritto all'ozio) ai Situazionisti, passando per il dadaismo, il Surrealismo e Bertrand Russel (Elogio dell'ozio), l’accidia, peccato capitale, è stato elevato al rango di valore di sovversione e di contestazione. Rifiutato di essere travolto dal ritmo meccanico e macchinoso di solo valore di merce.
Nell’accidia, la memoria rifluisce verso rive essenziali. «Laggiù tutto è ordine, bellezza, lusso, calma e voluttà» dice il poeta Baudelaire. È in questo grande stato di grande disponibilità al vuoto, che potrebbe sembrare inabitato, che può accadere, attraverso la danza, la riconquista di un sé aperto, al contempo individuale che collettivo.
Testo: Ali Lahm