Tavola rotonda “Arte, cultura e diversabilità”
Un’abilità che ci fa uscire dalle nostre abitudini: Mops_DanceSyndrome
Tavola rotonda: « Arte, cultura e diversabilità» Moderatore: Maurizio Canetta, giornalista
Manuele Bertoli, consigliere di Stato, direttore DECS Maria Bonzanigo, danzatrice, musicista, coreografa Dimitri, clown Danilo Forini, direttore della Pro Infirmis Ticino e Moesano Mirko D’Urso, attore e direttore del MAT (Movimento Artistico Ticino) Ela Franscella, coreografa e ideatrice del progetto Mops_DanceSyndrome |
I partecipanti alla tavola rotonda, provenienti da orizzonti diversi (mondo dell’arte, associazioni, istituzioni), hanno dibattuto dell’interesse e la necessità di ridefinire il rapporto che intercorre tra creazione artistica e quella che possiamo chiamare, anziché con il termine troppo negativo di disabilità, «diversabilità». Direttamente legato alla nozione di abilità, il termine «arte» (dal latino ars: abilità, maniera, mestiere, conoscenza tecnica) ci rimanda immediatamente a ciò che caratterizza propriamente l’avvento dell’essere umano: homo habilis, homo faber. Il termine di «cultura» rinvia direttamente al verbo coltivare, riferito sia all’attività agricola sia all’istruzione e all’educazione dell’uomo. Dalla terra e dal corpo, è passato alla mente. Coltivare significa quindi aver riguardo, curare, nutrire il corpo e la mente. Associando la diversità all’abilità, il termine di «diversabilità» vuole indicare che l’arte e la cultura possono aprirsi in modo profondo a corpi e menti aventi modi differenti di vedere e di fare, di percepire e di sentire. Il giornalista Maurizio Canetta ha animato la serata tra i percorsi, il vissuto, le ricerche e le esperienze degli invitati che si sono chinati sulla questione.
Per l’occasione, sono state presentate al pubblico le più recenti produzioni della compagnia Mops_DanceSyndrome: due spettacoli di danza e un cortometraggio. L’universo Mops_DanceSyndrome ha così aperto uno spazio poetico dove pregiudizi, opinioni e etichette hanno lasciato il posto alla gioia profonda e semplice dell’essere. Un’esperienza artistica e umana luminosa, sensibile, dove il movimento si rivela un gesto verso l’Altro, verso la vita. |